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Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. (Giobbe 1, 1)
Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: "Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore". Così era solito fare Giobbe ogni volta. (Giobbe 1, 5)
Il Signore disse a Satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male". (Giobbe 1, 8)
Satana rispose al Signore: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla? (Giobbe 1, 9)
un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. (Giobbe 1, 14)
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò (Giobbe 1, 20)
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto. (Giobbe 1, 22)
Il Signore disse a Satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. Egli è ancora saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui per rovinarlo, senza ragione". (Giobbe 2, 3)
Satana si ritirò dalla presenza del Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. (Giobbe 2, 7)
Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. (Giobbe 2, 8)
Ma egli le rispose: "Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?". In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra. (Giobbe 2, 10)
Tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà, e si accordarono per andare a condividere il suo dolore e a consolarlo. (Giobbe 2, 11)