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Soltanto nell'anno diciottesimo del re Giosia questa Pasqua fu celebrata in onore del Signore a Gerusalemme. (Re 2 23, 23)
I tre irruppero nel campo filisteo, attinsero l'acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e la presentarono a Davide, il quale però non ne volle bere, ma la sparse in onore del Signore, (Cronache 1 11, 18)
Maestà e onore sono davanti a lui, forza e gioia nella sua dimora. (Cronache 1 16, 27)
Il numero degli olocausti offerti dall'assemblea fu di settanta giovenchi, cento arieti, duecento agnelli, tutti per l'olocausto in onore del Signore. (Cronache 2 29, 32)
Tuttavia il popolo continuava a sacrificare sulle alture, anche se lo faceva in onore del Signore, suo Dio. (Cronache 2 33, 17)
Giosia celebrò a Gerusalemme la Pasqua in onore del Signore. La Pasqua fu immolata il quattordici del primo mese. (Cronache 2 35, 1)
È bene tenere nascosto il segreto del re, ma è motivo di onore manifestare e lodare le opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male. (Tobi 12, 7)
Voglio dirvi tutta la verità, senza nulla nascondervi: vi ho già insegnato che è bene nascondere il segreto del re, mentre è motivo d'onore manifestare le opere di Dio. (Tobi 12, 11)
Tobi morì in pace all'età di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive. Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse nella prosperità, praticò l'elemosina e continuò sempre a benedire Dio e a celebrare la sua grandezza. (Tobi 14, 2)
Così, figli miei, vedete dove conduce l'elemosina e dove conduce l'iniquità: essa conduce alla morte. Ma ecco, mi manca il respiro!". Essi lo distesero sul letto; morì e fu sepolto con onore. (Tobi 14, 11)
Curò con onore i suoceri nella loro vecchiaia e li seppellì a Ecbàtana in Media. Tobia ereditò il patrimonio di Raguele e quello del padre Tobi. (Tobi 14, 13)
Appena furono entrati in casa sua, tutti insieme le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono verso di lei: "Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d'Israele, tu splendido onore della nostra gente. (Giuditta 15, 9)